Contorni di Circo #TRE PER TE _ 3

Abbiamo chiesto a Gianluca Gentiluomo, insegnante di discipline aeree in Jaqulè , di condividere con noi le esperienze culturali che più lo hanno influenzato nel suo percorso nel mondo del circo. Le domande chiedevano di elencare 3 spettacoli, 3 libri, tre film e 3 musiche particolarmente significativi per lui.

 

Dom_I tre spettacoli visti che più ti hanno influenzato?

Gianluca_ La Symphonie du Hanneton di James Thierree, per la sua ecletticità. Tutta la produzione di James Thierree è molto interessante, questo spettacolo in particolare ha un suo mondo surreale molto eclettico fatto di acrobazie, teatro, musica. Ci si muove in un mondo molto particolare e speciale che mi ha molto toccato e dopo tanto tempo ricordo ancora tante scene.

Respire, è il secondo spettacolo che consiglio, di una compagnia franco-italiana che si chiama Circo centrique, composta da 2 artisti, una rue Cyr e una sfera di equilibrio, con un po di giocoleria. Lo spettacolo mi è rimasto impresso perche è molto leggero e molto semplice, nonostante abbia una tecnica di circo abbastanza alta. La complicità tra i 2 attori è molto bella da vedere e crea una bellissima energia.

Il terzo è lo spettacolo, che ritengo il più bello che abbia mai visto, è Eretico della compagnia Le vie del full, compagnia italiana di teatro che in questo spettacolo affronta il tema della religione, senza giudizio ma proponendo quelli che sono situazioni e testi realmente esistenti, in chiave comunque surreale, al di sopra della realtà,  non in un piano che viviamo. Non è uno spettacolo pesante, anzi è molto leggero ed è fatto in maniera sublime.

Dom_ Tre libri o riviste che consiglieresti di leggere?

Gianluca_Il vagabondo delle stelle di Jack London, racconta la storria di questo prigioniero che riesce ad evadere con la sua mente facendo viaggi spazio-temporali. Non è un libro di fantascienza, ma la storia di viaggi spazio-temporali in altri tempi e altri luoghi che lo aiutano a liberarsi dalla sua prigionia.

L’arte di scomparire di Pierre Zaui, un libro abbastanza contemporaneo, un saggio che analizza il tema dello scomparire e non più dell’apparire, cosi come sta avvenendo oggi, soprattutto con i social in cui la voglia di apparire sempre, di essere sempre in vista e in approvazione da qualcuno all’esterno. Quello dello scomparire è un tema che affrontano anche i filosofi e le religioni e il libro racconta di come arriva nella nostra società e come si colloca nella nostra società.

Don Chischotte di Miguel Cervantes, un libro del 1500 che è molto contemporaneo sia per la figura del personaggio del Don Chisciotte che vuole essere qualcuno che non è,  sia per come è scritto, poichè nonostante sia un libro datato lo si legge in maniera molto fruibile molto veloce ed è davvero molto interessante.

Dom_Tre musiche o autori che associ al circo?

Gianluca_  non ho nessuna musica in particolare da ricondurre al mondo del circo. Credo che il circo sia oggi un contenitore cosi grande dove ci possiamo mettere tutto ciò che vogliamo, e la cosa più importante è la coscienza. Studiando musica da qualche anno mi rendo conto che tutta la musica è interessante, delle volte anche quella brutta. Potrei dire che non mi appartiene, non mi piace  la musica commerciale e pop, ma anche quella è musica e dipende da quello che dobbiamo trasmettere al pubblico, cosa vogliamo dare al pubblico. Qual’è l’atmosfera, l’universo che vogliamo riprodurre in uno spettacolo. Quindi dalla musica tecno alla musica classica.

Dom._Tre film che ti hanno ispirato?

Momo_8 e 1/2  di Federico Fellini, un capolavoro della cinematografia italiana e mondiale ed è nato per caso. Fellini era in crisi, non sapeva cosa scrivere e scrisse la storia di questo regista che non sapeva che film girare, cioè la sua stessa situazione ed ha fatto un capolavoro.

Il Circo di Charlie Chaplin, film che parla del circo di un tempo, il vero circo, come è nato il circo, girato in una maniera fantastica, che dovremmo per forza vedere noi che facciamo circo.

Mulholland drive

di Davide Lynch, un regista visionario che più che fare film sono opere d’arte, con una loro drammaturgia, una loro storia. Sono i suoi film molto particolari. Mulholland drive è un film che rivedendolo di volta in volta si interpreta e si capisce in maniera differente. Per me è interessante proprio perche è stimolante poter capire cose nuove o addirittura capire che non si è capito nulla e che in realtà è tutt’altro.

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